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Новости и события в Закарпатье ! Ужгород окно в Европу !

История повторяется

    24 апреля 2024 среда
    Аватар пользователя antuan.net roi
    История повторяется. США смотрят на раскол, распри и безответственность ЕС, с сознанием того, что спираль инерции, эгоизма и неспособности, в которую, может быть, непоправимо скатывается Европа, касается и все больше вовлекает также и Америку. Вырисовывается удручающая картина Европы, идущей ко все более близкому упадку, хотя и с различной скоростью: Франция сопротивляется союзу, Германия не уступает своих позиций, "сельскохозяйственная" Европа (Испания, Италия, Греция) страдает от последствий политики экономической безответственности и по-прежнему затрудняется признать необходимость экономии и проведения реформ. Биржи, которые день за днем регистрируют падение, не только причина наших бед, источник инфекции, но и индикатор, термометр. Они говорят нам в реальном времени, что мы совершаем впечатляющую серию ошибок. А самая большая из них – это наше высокомерие, единственный общий знаменатель распадающейся и дезориентированной Европы. .... Даже если бы сегодня все затянули пояса в режиме той экономии, которую предлагает Германия, ничего бы хорошего не произошло. ЕС должны осознать причину своего состояния - отсутствие единства – и, исправив его, стать общими, как того требует раскрывшаяся между всеми странами мира, взаимосвязь. В принципе, создание общего рынка произошло в Европе, как наиболее развитой части мира, но постепенно было бы осознано, как необходимое, во всем мире, и не только в общем рынке, а во всех сферах деятельности. И к этому мир еще придет. А пока Европа должна дать всем пример правильного решения проблемы интеграции мира. Inerzia, egoismi e incapacità d'Europa La storia si ripete. Cambiano i modi, i tempi, i protagonisti. Ma a volte sembra di rivivere momenti già vissuti, nella vita delle nazioni come in quella delle persone. E, spesso, non è una bella storia. Gli Stati Uniti guardano a quanto sta avvenendo nel Vecchio Mondo, alle divisioni e ai litigi e all’irresponsabilità dei Paesi europei (di tutti i Paesi europei) con la consapevolezza che la spirale di inerzia, egoismi e incapacità in cui sta scivolando forse inesorabilmente l’Europa già lambisce e sempre di più coinvolgerà anche l’America. È vero, la crisi economica è partita da quella finanziaria, dall’arroganza e spregiudicatezza delle finanziarie e banche d’investimento americane. Ma gli Stati Uniti possiedono gli anticorpi per non soccombere all’infezione. I manager che hanno provocato la crisi sono in carcere o rovinati. La Casa Bianca porta avanti la sua politica e gli Stati Uniti operano sulla scena internazionale “come un sol uomo”, anche se, per dirla con una battuta da bar, “neppure gli americani sono più quelli di una volta”. Ma l’Europa? Dov’è l’Europa? Che cosa fa per non crollare? Il presidente francese, François Hollande, ha appena conquistato nelle elezioni legislative la maggioranza assoluta del Parlamento che gli ha evitato una scomoda coabitazione con l’UMP, il centrodestra. Quante speranze, anche da parte di altri partner, anche da parte dell’Italia, si erano appuntate su Hollande e sulla sua crociata per la crescita europea, contro il rigorismo teutonico di Angela Merkel. La realtà è che per sfuggire alla politica esclusiva dell’austerità, all’etica depressiva e calvinista di una Germania che continua a fare la prima della classe (qual è) imponendo lacrime e sacrifici a tutti, ci vorrebbe un “di più” di Europa. Una vera integrazione. Una unità politica, economica oltre che monetaria. Fiscale, energetica, legislativa. La Germania sarebbe anche pronta, perché sa che imporrebbe i suoi criteri e, soprattutto, la virtù della propria obbedienza agli stessi (Berlino ha realizzato le riforme strutturali ben prima che queste diventassero una questione di vita o di morte per le altre capitali europee). Anzi, la Merkel, presentandosi quasi come “mamma Europa”, ha pure incalzato la Francia nella direzione di una più forte e coesa unione. Il silenzio di François Hollande, che si è limitato finora a proporre per vie burocratiche qualche modesta iniziativa per la crescita come una miniatura di bond europei per infrastrutture specifiche, nasce dalla netta opposizione francese alla cessione di quote di sovranità nazionale. Ed ecco allora il quadro deprimente di un’Europa destinata a finire (seppure in ordine sparso) nelle rapide di un declino sempre più vertiginoso: con la Francia che si oppone all’unione, la Germania che non cede al rigore, e l’Europa “terrona” (Spagna, Italia, Grecia) che soffre le conseguenze di una troppo lunga e troppo allegra politica dell’incoscienza economica e fatica ancora oggi ad accettare la necessità di tagli e riforme. Hanno poco da protestare Barroso e Van Rompuy, i presidenti rispettivamente della Commissione e dell’Unione Europea, per le bacchettate di Obama, e a rimandare la palla nel campo “avversario” dicendo che la crisi non è nata in Europa, anzi è dall’America che è partita la valanga e nessuno quindi può darci lezioni di politica o di economia. Serve a poco prendersela con la speculazione internazionale o con il diavolo che si annida nel mercato. Le borse che ci castigano giorno dopo giorno non sono la causa dei nostri mali, la fonte dell’infezione, ma la spia. Il termometro. Ci dicono in tempo reale che stiamo mettendo in fila una sequela impressionante di errori. E che il più grave di tutti è la nostra supponenza, l’unico vero comun denominatore di un’Europa disgregata e disorientata. http://mondo.panorama.it/opinioni/Inerzia-egoismi-e-incapacita-d-Europa